È Marco Archetti il migliore (in campo) tra i Maestri


Al professionista bresciano il titolo numero 23 dell’Associazione


Fagagna (Udine), 15 settembre 2021. Un testa a testa che è andato oltre le diciotto buche finali. Ce
ne sono volute altre cinque di playoff tra Gregory Molteni e Marco Archetti per consegnare a
quest’ultimo il titolo numero 23 del Campionato Maestri sul tracciato dell’Udine Golf. Sul filo del par
le prime tre, occasione mancata da un metro per Molteni alla quarta (con bogey di entrambi), il birdie
vincente alla quinta. Marco Archetti era partito questa mattina davanti di due colpi; stessa distanza
dopo le prime nove, ma le ultime buche hanno fatto la differenza e Molteni ha recuperato
strappando il playoff con un gran secondo colpo da posizione difficile proprio all’ultima. 137 colpi
per entrambi dopo due giri, sette sotto il par del campo. «Nella mia vittoria c’è tanta attenzione, ho
saputo attaccare e difendere al momento giusto, su un campo difficile, stretto, con green piuttosto
mossi. Sono corto dal tee, ma ho approcciato molto bene e salvato tanti par», parole di Archetti. Per
il trentenne bresciano è il primo titolo di una carriera iniziata nel 2012 dopo essere stato dilettante
d’interesse nazionale e federale. Un piede da giocatore sull’Alps Tour nella stagione invernale e uno
da maestro (dal 2016) a La Rossera di Bergamo, dopo aver fatto parte della Napoleoni Golf Academy
dove ora è lui a prendere lezioni. Ha fatto parte per tre volte (dal 2015 al 2017) della squadra di PGA
Italiana all’International Team Championship.
«Ci tenevo, papà Pietro ha vinto la prima edizione di questo torneo (Is Molas, 1998) e mi piace poter
sottolineare con una mia prestazione ciò che ha fatto lui; abbiamo un rapporto molto speciale», ha
detto Gregory Molteni. «Forse non ho giocato il mio golf migliore, ma ci ho messo esperienza, ho
tenuto duro, sono rimasto concentrato, e non è semplice dopo questi due anni che hanno tolto
continuità e obiettivi alla pratica, con pochissime gare fatte. Quello di Udine è un campo tecnico,
stretto, occorre testa e dunque sono contento di come ho gestito gara e pressione», ha sottolineato.
39 anni e 17 di golf professionistico, il pro comasco aveva debuttato nel 2004 vincendo il campionato
di PGA Italiana (Bergamo). Poi Alps Tour, otto stagioni di Challenge e qualche incursione nel circuito
maggiore; dal 2018 il patentino da insegnante e nel 2019 solo 12 gare ma con due belle vittorie. «In
quella stagione ho messo insieme più elementi. Anche insegnando (soprattutto ai ragazzi, qualcuno
della nazionale) imparo molto», fa notare. All’attivo anche un Doppio dell’Associazione (con Marco
Soffietti, Menaggio 2007), un campionato Nazionale Open (Margara 2005), un secondo posto
nell’International Team Championship 2019.


Seguono in classifica, con 140 Alessandro Tadini (69-71), 142 Mauro Bianco (73-69) e Andrea Signor
(69-73), 143 Nicola Maestroni (72-71) e Pietro Ricci (70-73), 144 Luca Castelli (75-69) e Tommaso
Perrino (74-70), 145 Andrea Zanini (75-70) e Gianfranco Riandi (70-75). Nella classifica per team il
primo premio lordo è di Gregory Molteni e Francesco Crippa (131), il miglior netto di Andrea Rota e
Giovanni Luigi Allievi (130).
Le diciotto buche del Golf Udine fanno parte del Villaverde Hotel & Resort. La formula vincente del
progetto è dell’imprenditore Gabriele Lualdi e risale al 2013: oltre a riprogettare il tracciato
seguendo i consigli dei più titolati giocatori del tour (dal 2016 ha ospitato quattro edizioni dell’Italian
Senior Open), ha dato vita a un Resort con spiccata vocazione per il wellness e a un circolo dove la
parte sportiva e quella di accoglienza hanno caratteristiche precise e distinte. «Una segreteria sportiva
e una sala riservata ai soci, tutto il resto per chi vuole venirci a trovare, con un’ottima cucina servita
anche in terrazza e un bar aperto fino alle due di notte; da qui a iniziare a giocare per qualcuno il
passo è breve. Chi ha meno di 18 anni non paga nulla, i cani sono ben voluti in campo», ha detto
Lualdi.